martedì 4 agosto 2015

Recensione libro

Titolo: Mi arrivi come da un sogno
Autore: Diego Galdino
Casa Editrice: Sperling&Kupfer
Collana: Pandora
Genere: Sentimentale
Prezzo: cartaceo 16,90€ - ebook 8,99€


Trama: "Sotto il sole della Sicilia, sulle spiagge dell'incantevole cittadina di Siculiana, si ripete ogni estate uno spettacolo meraviglioso. Centinaia di tartarughine rompono il guscio e vengono alla luce, pronte a tuffarsi in mare tutte insieme, come un'onda in senso contrario. Da quand'è nata, Lucia non si è mai persa uno 'sbarco', come lo chiama l'adorata nonna Marta. Tranne questa volta: l'hanno appena chiamata da un importante giornale romano, e il suo sogno di diventare giornalista sta per avverarsi. Tre mesi a Roma, tre mesi per prendere finalmente in mano la propria vita. Certo, le mancheranno il rumore dei passi di papà, gli odori buoni della cucina della nonna, e la spiaggia delle tartarughine... E poi c'è Rosario, il suo fidanzato – forse, però, un po' di lontananza farà bene a entrambi. Quel che Lucia non ha messo in conto è un affascinante imprevisto: si chiama Clark Kent (nessuna parentela), lavora nella Sezione Cultura del giornale, ed è un americano innamorato di Roma. E tra una passeggiata a Villa Borghese e un friccico di luna, tra i due ben presto nasce qualcosa di molto forte… Peccato che il destino abbia un piano tutto suo. Un piano che metterà Clark di fronte a una domanda impossibile: che succederebbe se Lucia, di punto in bianco, per un incidente stupido e assurdo, si dimenticasse del suo amore, e Clark dovesse… farla innamorare di nuovo? Nella piccola cittadina di Siculiana, dove Lucia è tornata senza memoria dei suoi giorni romani, per stare con la sua famiglia e godersi un nuovo sbarco in mare delle tartarughine, Clark dovrà provare a riprendersi quel che il destino gli ha tolto. Sapendo che l'amore vero, semplicemente, non si può dimenticare. Dopo "Il primo caffè del mattino", Diego Galdino si conferma una delle voci più fresche e irresistibili della commedia romantica all'italiana, regalandoci una storia d'amore dolce e incantata, che ci trasporterà dalle magiche atmosfere romane alle spiagge mediterranee."

Recensione: Ho letto il primo libro, che ho recensito poco prima su questo stesso blog, e mi ritrovo a pentirmi un po’ di aver continuato a leggere quello che ha successivamente scritto lo stesso autore.
Sono due libri non collegati fra loro, se non per una parte, dove in qualche modo fa rientrare la storia di Massimo e del suo bar. Seppur non raccontandola, è una bella parentesi, dove inevitabilmente ti ritrovi nuovamente a sentirti parte di quella combriccola di bricconi seduti sempre in quel bar di Trastevere.
Per il resto mi ha annoiato un po’. La scelta del nome Clark Kent, seppur sia legata a quello che il protagonista riesce a fare quando Lucia perde la memoria, non mi convince e mi lascia delusa. Anche se lo scrittore stesso, ironizza sul nome e sul lavoro dello stesso, che è uguale a quello del supereroe che tutti conosciamo. Credo che in qualche modo la storia abbia una falla, che può essere anche definita grande perché all’interno è come se ci fossero solo i due protagonisti che non si capisce se siano le due persone più asociali del mondo, o semplicemente non se li fila nessuno dalla nascita.
Un tentativo alla Nicholas Sparks che ha fallito miseramente stavolta. O forse ci ha preso in pieno. Ed è un peccato.
Manca qualcosa a questo libro, e non è una cosa di poco conto. Manca la realtà. Checché ne sappiamo tutti quanti, i libri nascono dalla nostra fantasia, ma la classificazione degli stessi lascia intendere che se non esiste qualcosa, o se altre cose vengono raccontate in maniera del tutto differente è perché si parla di fantasy. Allora tutto ha un senso. Sono stata abituata però, a leggere libri che si affacciavano alle realtà attuali con meticolosità, e mi rammarica dover dire che non si tratta neanche del modo in cui Lucia perde la memoria, ma di come ci si ritrovi fuori da ogni logica nelle relazioni interpersonali. Come entrambi i protagonisti non abbiano amici, e come facilmente l’unica persona amica di uno dei due, si dilegui nella stessa velocità in cui si era presentata.
Peccato. Il modo di scrivere di Diego mi piace. Mi piacerebbe anche che prendesse in considerazione di mandare avanti le storie a suo modo, e non come quello di Nicholas. Parlo dei due come se fossero miei amici. Beh, del primo non mi dispiacerebbe affatto, del secondo ho il timore che mi annoi come lo fanno già i suoi libri. Ma quelli sono solo gusti.
Hasta nueva.

- Venusinfabula


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